Abbiamo a che fare con l’Altro ogni giorno, in azienda come nella vita. Il feedback può diventare, se appreso, uno strumento di grande impatto per cambiare o migliorare il clima aziendale.
Ne abbiamo parlato con Federica Romagna, career coach e LinkedIn Top Voice, che dal suo osservatorio particolare ascolta e accoglie professionisti alle prese con il loro desiderio di cambiamento.
In Flexx Academy, Federica presenterà un corso dedicato proprio alla CULTURA DEL FEEDBACK.
Le persone che principalmente chiedono il mio aiuto, sono persone che lavorano da anni nella stessa azienda o che svolgono lo stesso lavoro da molto tempo e per varie ragioni non si sentono più affini con ciò che fanno.
Sono dunque in una fase della loro vita in cui sentono il desiderio o la necessità di un cambiamento ma, non sapendo come affrontarlo da soli, chiedono aiuto.
Si tratta generalmente di una fascia d’età che va tra i 35 e i 55 anni e che desidera:
Quello che faccio è partire sempre dalla persona, da ciò che desidera, dalle sue aspirazioni e da quello che vorrebbe diventare nella sua vita.
Prima del lavoro viene l’identità personale; non possiamo decidere cosa fare nella nostra carriera professionale se prima di tutto non sappiamo cosa desideriamo per noi stessi e la nostra vita personale.
Si tratta di una fase piuttosto lunga, almeno nella maggior parte dei casi. Dalla mia esperienza ho riscontrato che ci sono molte persone che non sanno cosa desiderano.
Non è colpa di nessuno, semplicemente non siamo stati abituati a ragionare in questi termini; scegliamo un lavoro per necessità, per sostentamento, a volte per accontentare qualcuno e quando ci ri-svegliamo, ci rendiamo conto che quello che stiamo facendo non ci rende felici.
Passata questa fase, gli step successivi sono quelli di creare un obiettivo fattibile e motivante che tenga conto sia di cosa desidera la persona sia della risposta che questo desiderio ha sul mercato e costruire successivamente un piano d’azione efficace per la sua realizzazione.
Sì, vorrei partire dal perché. Prima di lavorare come career e mental coach, ho lavorato per diversi anni in azienda, oltre 14, sia come consulente e responsabile vendite sia come formatrice. Conosco dunque molto bene la realtà aziendale, le sue dinamiche, i suoi limiti e soprattutto le sue necessità.
Oggi, quando mi reco nelle aziende a fare formazione, riscontro sempre le stesse problematiche e l’idea che possa portare il mio contributo, seppur piccolo, per aiutare le
persone che ne fanno parte a vivere il mondo aziendale più serenamente, mi stimola e motiva.
Per questo il corso che ho deciso di portare in Flexx Academy è sul feedback. Credo che poche aziende promuovano oggi la cultura del feedback, di cos’è, qual è la sua finalità e soprattutto come dare correttamente un feedback.
Tanti usano questa parola ma in pochi ne conoscono il vero significato e la potenza di utilizzo.
La finalità del corso è dunque quella di trasmettere a manager, responsabili d’area o di un’organizzazione, supervisor, imprenditori e a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con le persone che cos’è un feedback, come dare un feedback e come riceverlo affinché possa essere un valore aggiunto.
Durante il corso faremo una parte teorica ma soprattutto tanta pratica. Come facciamo ad imparare se non ci applichiamo?
Penso che uno dei principali problemi all’interno delle aziende sia quello non solo di non sapere dare un feedback ma soprattutto di accoglierlo. Mi spiego meglio.
Noto spesso che quella che dovrebbe essere una restituzione finalizzata al miglioramento dell’individuo, viene spesso interpretata come un affronto, una critica alla persona, alla sua identità.
Ecco, non c’è nulla di più sbagliato.
Il feedback ha un unico obiettivo, nutrire (da qui l’etimologia della parola to feed= nutrire) ovvero arricchire la persona che lo riceve perché la prossima volta possa fare ancora meglio.
Per rispondere alla tua domanda dunque, come può far evolvere le persone e le organizzazioni, rispondo questo: aiutandole da un lato ad imparare a ricevere i feedback come restituzioni sul proprio operato, sul proprio lavoro, sul proprio comportamento e non sulla loro persona.
A mio avviso questo può fare tutta la differenza del mondo soprattutto perché il lavoro, il comportamento e le attività sono legate alla sfera del fare e non dell’essere e proprio per questo, modificabili con suggerimenti e consigli utili.
Dall’altro imparando a dare feedback affinché possano essere un valore aggiunto e di stimolo per la persona che li riceve a migliorarsi e a dare di più.
Consiglierei ad entrambi come prima cosa di ascoltarsi. Quando sentiamo che c’è qualcosa che non va, qualcosa che non funziona, ascoltare quella vocina e andare a fondo per capire di cosa si tratta è il primo passo.
Il passo successivo è capire se siamo in grado di affrontare quel cambiamento da soli. A volte bastano delle piccole azioni, a volte invece serve un vero e proprio piano d’azione strutturato per apportare un cambiamento radicale. Dipende dall’esigenza.
E se ci si dovesse rendere conto di non riuscire da soli, beh, ci siamo qui noi che possiamo dar loro una mano. Siamo qui apposta!
Credo che chiedere aiuto sia un gesto da leader, il gesto di una persona consapevole di averle provate tutte ma di non essere in grado di venir fuori da quella situazione.
Le scelte che abbiamo a disposizione sono due: o rimanere impantanati o cambiare sapendo che il viaggio che abbiamo deciso di intraprendere ci renderà più forti, più consapevoli e sicuri di noi.
Il corso in Flexx Academy Business School con Federica Romagna ha come titolo proprio “La cultura del feedback” e potete approfondirne i contenuti QUI
SCOPRI IL CORSO CULTURA DEL FEEBACK
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Progetto editoriale Flexx Group:
Titolo: “La cultur del feedback”
Produzione & Redazione: Flexx Media
Autori: Barbara Reverberi, Federica Romagna
Editing: Barbara Reverberi
Executive Director: Francesco Muscò