Mentre la tecnologia ha rivoluzionato i rapporti umani, negli ultimi due anni si sono fatti strada fenomeni come la Great Resignation, il Quite Quitting e lo Smart Working che hanno profondamente cambiato il mondo del lavoro e il suo significato.
In questo generale bisogno di ritrovare il lato umano per rimettere le persone al centro, la gentilezza sul lavoro assume un ruolo centrale e diventa una qualità determinante per manager, professionisti e per tutti coloro che vogliono mettersi in gioco ed esercitare una leadership nuova.
La gentilezza costituisce, insieme a perdono, ottimismo e accoglienza, una delle quattro dimensioni della psicologia positiva.
Anche se studi recenti hanno dimostrato che da sola la psicologia positiva non è sufficiente a rendere le persone più felici, la gentilezza sul lavoro offre un punto di vista straordinario per attivare le persone e generare fiducia.
“Tre cose sono importanti nella vita umana: la prima è essere gentili, la seconda è essere gentili e la terza è essere gentili” – Henry James
La gentilezza è contagiosa e contribuisce in larga misura a migliorare il clima aziendale e a creare reti di collaborazione.
Alla base di una gestione del lavoro orizzontale, le soft skills, accanto alle hard skills, diventano il valore aggiunto che differenzia e crea un team motivato, pronto a dare il meglio di sé anche nelle collaborazioni più sfidanti.
Parole gentili e gesti gentili portano a comportamenti e abitudini gentili che sfociano in uno stile di leadership gentile in grado di supportare la cultura del cambiamento.
Daniel Goleman, padre dell’intelligenza emotiva, si riferisce alla leadership come “l’arte di persuadere gli altri a cooperare in vista di un obiettivo comune”.
Più di recente, nel suo libro Il momento dell’eccellenza, edito da ROI Edizioni, Tom Peters, dedica un capitolo alla cultura della gentilezza sostenendo che essa “genera ripetizioni delle transazioni e paga (G = R = P)”.
E apre il suo manifesto per una nuova concezione del lavoro con queste parole:
“Siate gentili.
Siate solidali.
Siate pazienti.
Siate tolleranti.
Siate positivi.
Siate presenti.
Mettetevi nei panni dell’altra persona”.
L’invito è a una maggiore attenzione alla relazione per coltivare fiducia, creare alleanze, attivare il senso di responsabilità e focalizzare l’impegno. In questo senso la leadership gentile apre al dialogo e all’ascolto per valorizzare le risorse di ciascuno.
Ma la leadership gentile non può prescindere dalla consapevolezza di sé e dalla capacità di autoregolazione emotiva affinché il professionista o il manager abbia il timone delle proprie emozioni e possa riuscire a motivare senza prevaricare.
Il leader diventa formatore e mentore, fornisce feedback costruttivi e conserva la curiosità per continuare a migliorare insieme alla sua squadra. E mentre impara, riconosce i talenti dei suoi collaboratori e condivide i risultati.
Nel suo corso, Barbara Reverberi, mentore gentile, coach professionista e formatrice, accompagna i partecipanti alla riscoperta delle loro qualità più umane attraverso simulazioni ed esercizi pratici.
Conoscenza di sé e consapevolezza per trovare l’energia e svolgere il proprio lavoro con il cuore al servizio degli altri, per favorire la realizzazione di ciascuno.
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Progetto editoriale Flexx Group:
Titolo: “Gentilezza al lavoro”
Produzione & Redazione: Flexx Media
Autori: Barbara Reverberi
Editing: Barbara Reverberi
Executive Director: Francesco Muscò
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